Marco Rossi da Brescia a Budapest
L’Ungheria è uscita dall’Europeo a testa altissima, mettendo paura alla corazzata Germania e prima ancora ai campioni d’Europa e del Mondo, Portogallo e Francia. Il merito va soprattutto a Marco Rossi tecnico italiano che si è fatto le ossa alla guida dell’Honved coi cui ha vinto il campionato dopo tantissimi anni di purgatorio.
Io l’ho conosciuto a Brescia.
Sotto la guida esigente di Mircea Lucescu ho allenato Marco per tanti anni, un rapporto bellissimo, anche fuori dal campo. Era un atleta strutturato, veloce e resistente ,un terzino sinistro ambidestro, potremo dire alla Spinazzola, indomito, sempre spinto da una forte carica agonistica.
Tutto questo lo dimostrava in campo (anche quando si giocava a calcio-tennis come nelle foto che ho trovato nel mio archivio scattata durante un ritiro estivo).

Ma fuori dal rettangolo di gioco era un ragazzo dolcissimo, di compagnia, con una bellissima famiglia.
Quando smisi di fare il preparatore atletico e iniziai ad allenare lo portai con me all’Ospitaletto in serie D. Scese di categoria con grande umiltà senza retropensieri e si mise a disposizione del gruppo per far crescere i tanti giovani che c’erano. Lo feci giocare centravanti e anche in quel ruolo inedito spesso faceva la differenza. Ora è diventato un tecnico affermato, dopo una lunghissima gavetta. Bellissimo vederlo in panchina in mondo visione dare spettacolo con la sua Ungheria e commuoversi come un bambino a fine partita.
Perchè Marco è così, sempre vero e genuino.

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