É stata una giornata intensa quella passata col mio vecchio maestro Mircea Lucescu a Ginevra dove sta completando la preparazione estiva con la sua Dinamo Kiev, con cui ha conquistato, l’anno scorso, il titolo nazionale al primo colpo.
Come sempre è stato nella sua carriera Lucescu è riuscito a vincere facendo crescere tantissimi giovani che ora solo nel focus di molte squadre, anche italiane. Qual è il segreto della longevità calcistica del tecnico rumeno?

Aver fissato negli anni dei saldi principi di gioco a cui i giocatori imparano ad adeguarsi attraverso l’allenamento, tattico e mentale. Volete sapere la giornata tipo della Dinamo? Due ore e mezzo di allenamento la mattina, poi pranzo e riposo. Pomeriggio seduta in aula e altre 2 ore e mezzo di allenamento. Dopo cena tutti di nuovo davanti al video. E questi giocatori possono considerarsi fortunati, quando lavoravo con lui, prima al Pisa poi al Brescia, le sedute di allenamento erano 3 al giorno.
Detto questo il motivo della visita era raccontare al mister e al suo staff come il Virtual Coach sta cambiando il modo di usare i dati nel calcio.
Dopo la presentazione fatta anche davanti ad Alexander Kozlov, matematico cresciuto ai tempi di Lobanovski, sapete quale è stata la prima richiesta di Lucescu? Sapere – in automatico – se una palla è stata persa a causa di un errore tecnico o al mancato rispetto di un principio di gioco (ad esempio tentare un dribbling da fermo nella zona mediana del calcio).
Il mio pensiero calcistico è cresciuto soprattutto facendo delle sue richieste delle sfide personali. Anche in questo caso l’obiettivo sarà trovare la giusta soluzione al problema.
