Ciao Gigi

buffon nazionale

Buffon saluta tutti (questa volta per davvero?) gettato in alto dai compagni di squadra riconoscenti per quanto fatto nella carriera più che in questa partita dove ha comunque dimostrato di esserci, come (quasi) sempre.

 
Gigi ha avuto una carriera lunghissima grazie al talento, alla resilienza fisica e mentale ma, soprattutto, grazie alla grande capacità di evolversi nel tempo. Migliorando molto, ad esempio, nel coordinarsi con il reparto arretrato e di aiutare la squadra nella costruzione da dietro. Capacità che non gli erano richieste nella prima parta della carriera ma che sono diventate essenziali negli ultimi 10 anni. E’ stato Antonio Conte a trasformare le sue attitudini da portiere fenomenale tra i pali e nelle uscite a giocatore completo, abile anche nel rendersi disponibile a ricevere palla dai compagni, orientarsi preventivamente per aprirsi gli angoli di passaggio, fare le giuste scelte in funzione delle linee di pressing avversario. E migliorato molto anche coi piedi. Il lavoro meticoloso e pluriennale di Claudio Filippi, il preparatore che lo segue dal 2010, trova riscontro in campo sistematicamente. Non escludo che alcune battute a vuoto della stagione di Buffon al PSG siano state causate dalla scissione di questo binomio.
 
Anche nel suo ultimo trofeo alzato, la vittoria nella finale di Coppa Italia 2021 contro l’Atalanta sono emerse (e oggettivabili grazie al match report di Wyscout) queste sue qualità “costruite” col lavoro: 34 sono stati i passaggi fatti coi piedi nella propria trequarti, nessuno sbagliato e quasi tutti in grado di facilitare l’uscita da dietro ai compagni che solo 3 volte hanno poi perso il possesso. Quando è stato costretto a rinviare lungo l’efficacia è calata (7 passaggi non riusciti su 16). I suoi riferimenti sono stati quasi esclusivamente Ronaldo, a sinistra, e McKennie al centro-destra, spesso raggiunti ma quasi mai in grado di dare seguito all’azione (solo in 3 occasioni).
statistiche buffon

Posso dire di essere stato fortunato a lavorare con lui al Mondiale in Germania. La video-analisi meticolose fatta prima di ogni partita sui dettagli balistici degli avversari (tipologie di cross, tiri, calci piazzati) mi hanno fatto conoscere il lato invisibile di un grande campione. Non lasciare mai niente al caso, cura maniacale per i dettagli, voglia di migliorare, sempre. Ciao Gigi.

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